Buon Natale 2011
Suonate, campane, a distesa
è nato il Bambino Gesù:
non è stata vana l’attesa,
ma ancora la pace è tabù.
La crisi che tutti attanaglia
speriamo che debba finire,
si scacci la vile canaglia
che tanto ci ha fatto soffrire.
Se l’euro ha ridotto le spese
la colpa non è solo nostra,
da fuori le gravi pretese
dapprima non erano in mostra.
Per monti, per valli, per piani
la vita si svolge precaria,
non c’è più sicuro domani
e i sogni spariscon per aria.
I giovani senza lavoro
e i vecchi con grama pensione
rivelano il poco decoro
che versa la nostra Nazione.
Divieti ed iniqui balzelli
deprimon la povera gente,
dovunque ci sono bordelli,
strozzini e teppaglia fetente.
Se non ci sentiamo fratelli
in quest’ingiustizia sociale,
lottandoci a fil di coltelli
davvero è venuto Natale?
Torniam pecorelle all’ovile
di nostro Signore Gesù,
così nella vita civile
potremo godere di più.
Un anno propizio e sereno
ridoni fiducia e speranza,
non venga domani mai meno
la nostra genial tolleranza.
E sia un Natale d’amore,
per tutti fiorisca la pace:
l’augurio che viene dal cuore
non può figurarsi fallace.
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