Il viaggio dell’Infiorata nel segno di Gemelli Careri Domenico Caruso
racconta la storia del celebre taurianovese
redazione - Il 5 giugno 2017
di Domenico Caruso
La suggestiva infiorata, che tanto sta entusiasmando
la nostra città, quest’anno è stata dedicata al celebre taurianovese Giovanni
Francesco Gemelli Careri del quale seguirà un modesto profilo. Nell’ottava
bolgia infernale Dante condanna i consiglieri fraudolenti fiorentini,
paragonandoli a “lingue di fuoco”, ma cambia atteggiamento di fronte ad Ulisse.
Nel segnalare l’eroe greco, il cui errare è l’unica forma di vita, ne valorizza
il coraggio e il desiderio di conoscenza e verità.
Diversamente, Ulisse per
Omero rappresenta il viaggiatore che attraversa infiniti pericoli pur di
tornare alla nativa Itaca. L’Alighieri apprende dall’astuto acheo la tormentata
peregrinazione che influenzerà la letteratura successiva. L’invito che
l’Odisseo rivolge ai compagni per avventurarsi nell’oceano è un capolavoro di
eloquenza retorica:
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e conoscenza. (Inf. XXVI, 118-120)
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e conoscenza. (Inf. XXVI, 118-120)
Prima del
Divino Poeta, da Orazio a Seneca, a Cicerone era stato valutato il patrimonio
di saggezza conquistato da Ulisse nel suo viaggio, facendone il simbolo della
virtù (“humanitas”) intesa come insaziabile aspirazione umana del sapere. Nel
XVII secolo il desiderio di vedersi in azione di Giovanni Francesco Gemelli
Careri richiama, ancora, il mito di Ulisse. Nato a Radicena (ora Taurianova)
tra il 1648 e il 1651, il nostro esploratore cessò di vivere a Napoli il 25
luglio 1724. La sua esistenza fu molto laboriosa. Laureatosi a Napoli “in
utroque iure” (giurisprudenza) nel 1670, per 14 anni svolse con successo
funzioni giuridiche nel Vicereame partenopeo. Costretto a lasciare l’impiego,
intraprese un primo viaggio in Europa (Italia, Francia, Inghilterra, Paesi
Bassi e Germania).
Nel 1686 partecipò alla guerra contro i Turchi in Ungheria rimanendo ferito.
Dopo un
breve rientro a Napoli, ripartì per l’Ungheria e si distinse sotto il comando
del duca Carlo V di Lorena nella battaglia di Mohács (agosto 1687), ottenendo
come ricompensa la reintegrazione nella Magistratura del Regno di Napoli per
due bienni di auditore, uno a Lecce e l’altro all’Aquila. Trascorso il periodo,
intraprese l’avventura del giro del mondo via terra. L’intenzione era di
visitare la Terrasanta e l’Impero cinese.
Intanto dai concittadini veniva definito: “’Nu
vagabundu, chi tantu vagabundau chi giriau ’u mundu”. Si ritiene, invece, che
perfino Jules Verne (1828-1905) abbia avuto, dalla geniale impresa del nostro
esploratore, l’ispirazione per il suo romanzo “Giro del mondo in 80 giorni”. Il
13 giugno 1693, imbarcatosi su una feluca napoletana, dopo alcune brevi tappe,
Gemelli approdò a Gioia Tauro; proseguì, quindi, per Radicena dove sostò fino
al 28 del mese. Ripartito, toccò Malta ed Alessandria prima di avviarsi al
Cairo e a Gerusalemme. Rientrato ad Alessandria si diresse a Costantinopoli, a
Trebisonda e in Persia dove vide le rovine dell’antica città di Persepoli.
Raggiunse, in seguito, Daman nell’India (gennaio 1695). Il Gran Mogol gli
riservò un’udienza privata e l’avrebbe voluto al suo servizio.
Ripartito per Goa, il 4 agosto 1695 fu ricevuto a
Macao nel convento dei padri agostiniani spagnoli. Il 19 agosto a Canton sia i
francescani che i gesuiti portoghesi lo ritennero inviato dal Papa in Cina a
prendere informazioni sugli ordini religiosi e la giurisdizione episcopale. Non
ostante la smentita dell’ipotesi, i frati l’aiutarono a trovare una guida e un
domestico per farlo andare a Pechino, dove giunse il 6 novembre 1695. Là il
superiore dei missionari portoghesi Filippo Claudio Grimaldi, in occasione del
calendario per l’anno 1696, lo presentò all’imperatore.
Dopo Pechino, Gemelli pervenne alla Grande Muraglia
(gennaio 1696). Rientrato a Canton, l’8 aprile arrivò alle Filippine. Con un
galeone spagnolo, quindi, giunse al Messico e a L’Avana. Da qui tornò in
Europa, a Cadice (giugno 1698). Attraversate la Francia e l’Italia, pernottò a
Roma, prima di concludere il “giro” a Napoli. Il viaggio durò complessivamente
cinque anni, cinque mesi e venti giorni (13 giugno 1693 – 3 dicembre 1698).
Gemelli scrisse tre opere edite a Napoli: “Relazione delle campagne d’Ungheria”
(1689), “Viaggi per l’Europa” (1693) ed il “Giro del mondo” in 6 volumi
(1699-1700) che lo rese famoso. Poiché l’impresa appare fine a se stessa, il
Gemelli viene considerato l’inventore del turismo. Furono numerose le ristampe,
in diverse lingue, del suo “Giro”. Tuttavia c’è chi ritenne che Gemelli nel suo
lavoro fosse stato aiutato dall’amico e collaboratore Matteo Egizio, letterato
e archeologo napoletano; altri addirittura l’accusarono di plagio.
Nell’impossibilità di trattare in un servizio la vastità dell’opera, ne
rileviamo qualche aspetto. Gemelli nel visitare i vari popoli non si soffermò
agli usi, costumi e tradizioni ma puntò anche sui sistemi politici e religiosi.
Senza venir meno alla sua Fede cristiana, fece attenzione alle credenze e ai
riti dei luoghi raggiunti ponendosi il problema della loro genesi e del loro
divenire.
Tuttavia, il successo del “Giro del mondo” non procurò
all’autore l’anelata promozione ed a nulla valse nel 1701 l’aver dedicato la
nuova edizione del “Viaggio in Europa” a Filippo V. Nell’incipit abbiamo fatto
ricorso all’archetipo di Ulisse (“homo viator”) per il quale le peripezie erano
imposte dagli dei. Le stesse, invece, per Gemelli rappresentano un valore
personale. Siamo certi che anche le contestazioni non reggano al confronto
dell’erudito, storiografo e antropologo che seppe ricostruire gli eventi
mondiali del suo tempo. Auspichiamo, pertanto, che almeno nel nostro paese sia
bandita dal coraggioso viaggiatore l’etichetta di “vagabondo” e venga
valorizzata la sua opera eccezionale.
Bibliografia essenziale:
1 – Angela Maccarrone Amuso: “Gianfrancesco Gemelli-Careri” – L’Ulisse del XVII secolo – Gangemi Editore, Roma – 2000.
2 – “Dizionario Biografico Treccani” alla voce: Gemelli Careri, Giovanni Francesco di Piero Doria.
1 – Angela Maccarrone Amuso: “Gianfrancesco Gemelli-Careri” – L’Ulisse del XVII secolo – Gangemi Editore, Roma – 2000.
2 – “Dizionario Biografico Treccani” alla voce: Gemelli Careri, Giovanni Francesco di Piero Doria.
http://www.approdonews.it/giornale/?p=263639
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