“La nostra storia” di Domenico Caruso
La recente pubblicazione “La nostra storia” - La Calabria - La “Vallis Salinarum” -
(ilmiolibro.it) del Gruppo Editoriale “L’Espresso” è pronta ad essere inserita
nel Catalogo dei Libri italiani in Commercio e potrà essere acquistata anche
sul sito e nelle librerie della “Feltrinelli”.
Altre due opere dell’autore, “Usi, tradizioni e costumi di Calabria”
- (Ambiente, canti, credenze, curiosità, detti, dizionarietto, magia, proverbi,
riti, società, storia, vizi capitali) e “Il
dolore, la morte & la speranza” - (Il trittico dell’uomo) alla seconda
edizione con l’aggiunta de “Il processo
di Gesù” e “I Grandi Temi della
vita”, potranno consultarsi e richiedersi su Internet (“Il mio libro”). Riportiamo
uno stralcio della “premessa” riguardante “La nostra storia”: “Turpe est in patria vivere et patriam
ignorare”. (Plinio)
«Prima d’intraprendere lo
studio del nostro meraviglioso paese, occorre riflettere su come l’hanno
celebrato e amato i suoi uomini illustri e la sua brava gente. Non potrò
dimenticare la tristezza provata il 14 aprile 1965 nell'apprendere la tragica
fine di Franco Costabile, grande innamorato della propria Terra: “Un arancio / il tuo cuore, / succo d'aurora.
/ Calabria, / rosa nel bicchiere”. Si era spenta per sempre un'autentica
voce del nostro tempo, che scorgeva nell'emigrazione un motivo di
emarginazione:
“Ce ne
andiamo / con dieci centimetri / di terra secca sotto le scarpe / con mani dure
con rabbia con niente”.
Vani sono risultati i suoi tentativi di
fuggire dalla realtà, poiché anche la speranza di un riscatto si rivela ancora
lontana:
“Un
giorno / anche tu lascerai / queste case, / dirai addio / Calabria infame”.
“La nostra storia”, che ha inizio 250 milioni
di anni fa, procede con le migrazioni e le dominazioni straniere (Greci, Bruzi,
Romani, Barbari, Arabi, Normanni), come ben canta Giovanni Conìa: «Nui simu
’ntra l’Italia / e fummu Greci puru: / e quanti ’nci ’ndi furu / genti strani!
// E quanti àutri nazioni / ’ndi vìnnaru d’intornu / d’orienti a menzujornu / e
tramuntana!». Non mancano le pagine gloriose, nonché la vita e l’azione degli
uomini illustri.
La seconda parte del libro tratta la “Piana
delle Saline” (“Vallis Salinarum”), di tempo in tempo di S. Martino, di
Terranova, di Gioia Tauro (che ora si estende per 400 Kmq. e comprende 33
Comuni), la quale ricoprì per alcuni secoli un ruolo di primo piano nella vita
della Regione e, nel periodo angioino, dell’intero Regno. Nacquero là importanti
personaggi e si verificarono eventi (come il matrimonio nel 1062 di Giuditta di
Grantmesnil e il solenne Parlamento del 1283) di eccezionale valore storico. Gli
approfondimenti, come la visione di Dante, la lingua e il dialetto, le leggende
e le curiosità, i terremoti (primo fra tutti “Il Flagello” del 1783),
forniscono un ulteriore motivo di ricerca.
Uno studio di molti anni che i lettori hanno
potuto seguire dalle colonne delle più note riviste culturali (come “Calabria
Letteraria”) e da quelle de “La Piana” di Palmi.
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