Il “Miracolo”
di Maria SS. della Montagna di Taurianova
La
Santa Vergine occupa un ruolo di prim'ordine nella pietà popolare calabrese.
Nel Comune di Taurianova (R.C.), sotto diversi titoli, è presente o è Patrona sia al Centro che nelle Frazioni: “Maria SS. della Montagna” a Radicena, la “Madonna del Carmine” a Jatrinoli, la “Colomba” a S. Martino e l' “Immacolata” ad Amato.
Nel Comune di Taurianova (R.C.), sotto diversi titoli, è presente o è Patrona sia al Centro che nelle Frazioni: “Maria SS. della Montagna” a Radicena, la “Madonna del Carmine” a Jatrinoli, la “Colomba” a S. Martino e l' “Immacolata” ad Amato.
Con
regio decreto del 1928 dall’unione dei Comuni di Radicena e di Jatrinoli nacque
quello attuale di Taurianova.
Per quanto
ci riguarda più da vicino, molto suggestiva è la storia relativa a “Maria SS. della Montagna”.
Ordinata da
un certo Don Vincenzo Sofia -
benestante del luogo - per sciogliere un voto, l'effigie venne scolpita nel
1787 da Michele Salerno di
Serra San Bruno con bottega a Napoli.
Sistemata - quindi - dentro una cassa sopra un bastimento in partenza per Gioia Tauro, nel golfo di Salerno fu colta da una violenta tempesta.
Vani furono i tentativi dei marinai, ignari del prezioso contenuto, di sbarazzarsi del carico per alleggerire la nave ed evitare di andare a fondo.
Nel contempo un marinaio scorgeva, alta sul ponte, una signora con le braccia alzate nell'atto di placare gli elementi.
Poco dopo, come per incanto, le onde cessarono e arrivati a Gioia Tauro, dove il Sofia l'attendeva, la cassa fu aperta. Incredibile ma vero, quel marinaio riconobbe nella statua della Madonna la signora intravista sul ponte.
Fu così che i Radicenesi sentirono la necessità di sostituire la miracolosa immagine con quella più antica offerta e importata da Capistrano nel 1763 dall'Arciprete Don Domenico Antonio Zerbi.
La Chiesa parrocchiale già sotto il protettorato di S. Maria Ambasiade e poi sotto quello di S. Maria delle Grazie, aveva finalmente la nuova Patrona.
Si giunse così alla sera del 9 settembre 1894 allorquando un certo Ambrogio Incarnato, negoziante napoletano, sul finire della festa, nel contemplare in chiesa il volto della sacra immagine, si accorse che gli occhi di Maria si muovevano con singolare vivacità. Impressionato del fenomeno, richiamò l'attenzione degli astanti i quali gridarono subito al miracolo.
La Madonna, che continuava a muovere le divine pupille, fu portata quindi in solenne processione per le vie cittadine. Ma le sorprese non erano finite e un nuovo prodigio si rivelava ai fedeli: in mezzo alla luna alta nel cielo era apparsa - visibilmente a tutti - una grande croce luminosa, come accadde a Costantino prima della battaglia sul Ponte Milvio.
Così Francesco Sofia Alessio (1873-1943), poeta e umanista di fama mondiale, testimone del tempo, descrisse l'evento:
Sistemata - quindi - dentro una cassa sopra un bastimento in partenza per Gioia Tauro, nel golfo di Salerno fu colta da una violenta tempesta.
Vani furono i tentativi dei marinai, ignari del prezioso contenuto, di sbarazzarsi del carico per alleggerire la nave ed evitare di andare a fondo.
Nel contempo un marinaio scorgeva, alta sul ponte, una signora con le braccia alzate nell'atto di placare gli elementi.
Poco dopo, come per incanto, le onde cessarono e arrivati a Gioia Tauro, dove il Sofia l'attendeva, la cassa fu aperta. Incredibile ma vero, quel marinaio riconobbe nella statua della Madonna la signora intravista sul ponte.
Fu così che i Radicenesi sentirono la necessità di sostituire la miracolosa immagine con quella più antica offerta e importata da Capistrano nel 1763 dall'Arciprete Don Domenico Antonio Zerbi.
La Chiesa parrocchiale già sotto il protettorato di S. Maria Ambasiade e poi sotto quello di S. Maria delle Grazie, aveva finalmente la nuova Patrona.
Si giunse così alla sera del 9 settembre 1894 allorquando un certo Ambrogio Incarnato, negoziante napoletano, sul finire della festa, nel contemplare in chiesa il volto della sacra immagine, si accorse che gli occhi di Maria si muovevano con singolare vivacità. Impressionato del fenomeno, richiamò l'attenzione degli astanti i quali gridarono subito al miracolo.
La Madonna, che continuava a muovere le divine pupille, fu portata quindi in solenne processione per le vie cittadine. Ma le sorprese non erano finite e un nuovo prodigio si rivelava ai fedeli: in mezzo alla luna alta nel cielo era apparsa - visibilmente a tutti - una grande croce luminosa, come accadde a Costantino prima della battaglia sul Ponte Milvio.
Così Francesco Sofia Alessio (1873-1943), poeta e umanista di fama mondiale, testimone del tempo, descrisse l'evento:
Ecco nel
ciel risplendere
misteriosa
Croce,
nei rai di
luna argentea
quasi di Dio
la voce,
che grida ai
volti pavidi:
"Perdon
prometto e pace,
l'ira divina
tace,
levate ogni
timor".
Era un segno
eloquente della protezione divina dai disastri tellurici che da lì a poco, alle
ore 20 del 16 novembre, si sarebbero verificati. La città, contrariamente a
quanto accadeva nei paesi vicini, non riportava vittime.
Il popolo volle ricordare quel prodigio con un canto, definito appunto “Il Miracolo”.
Il popolo volle ricordare quel prodigio con un canto, definito appunto “Il Miracolo”.
La
memoria di quegli eventi è rimasta viva nel cuore dei taurianovesi e ogni anno,
dal 7 al 9 settembre, migliaia di devoti ringraziano la Santa Vergine per le
grazie ricevute.
N.B. - Il servizio è stato pubblicato,
con qualche omissione, sul settimanale “Miracoli” - Anno II - n. 35 del 6
settembre 2014 - pag. 22.
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