giovedì 29 dicembre 2016

Storia e Folklore Calabrese (Nuova edizione)


“Storia & Folklore Calabrese”, arriva la nuova edizione 

di Domenico Caruso

Nel 1988 è nato il libro Storia e Folklore Calabrese per il Centro Studi S. Martino (RC), edito a mie totali spese dalla Litotipografia Colarco di Taurianova.
Il computer cominciava a sostituire le vecchie macchine da stampa e la composizione, pur se facilitata, è stata in parte artigianale.
Comunque le 250 pagine, riccamente illustrate da foto in bianco e nero e da bozzetti dell’artista Pasquale Musolino, hanno incontrato il favorevole giudizio di studiosi e di pubblico. Oggi l’opera è oggetto di antiquariato.
La copertina a colori riporta l’immagine del Gruppo folkloristico, creato da me e da mia moglie in occasione della celebrazione dell’anno internazionale del fanciullo avvenuta presso le scuole elementari del luogo il 10 novembre1979.
Sotto la foto vi è la sintesi del libro: “Usi e costumi; canti, aneddoti, detti e proverbi; contrasto d’amore; indovinelli ed arguzia popolare; eventi e ricorrenze; personaggi, paesi e aspetti caratteristici della nostra Terra”.
Dopo quasi trent’anni l’opera, completamente rinnovata, viene stampata – per mio conto – dall’ “Etabeta” di Arcore (MB) in Lombardia.
Turpe est in patria vivere et patriam ignorare” aveva sentenziato il celebre vecchio scrittore latino Plinio.
Il libro si apre con la storia della Calabria “grande e amara”. Se la natura è stata generosa con la nostra Terra, di tutt’altro avviso si è dimostrato l’uomo.
Gli studiosi hanno sempre messo in risalto l’aspetto fisico della nostra Terra che prevale su quello umano. Natura e cultura non riescono mai a fondersi: il processo di mutamento è abbastanza lento rispetto ad altre zone in cui la civiltà industriale si è sviluppata in modo stabile e graduale.
Circa 250 milioni di anni or sono la Calabria faceva parte di un vasto Continente chiamato Tirrenide, che a metà del Terziario sprofondò nel mare.
Durante il Paleolitico inferiore è testimoniato l’homo erectus. Segue l’homo sapiens. Il graffito del bos primigenius risale a 12.000 anni fa. I primi abitatori della Regione, nella seconda metà del V secolo a.C. furono gli Osci. Dalla Grecia, quindi, giunsero i Pelasgi. Così Giovanni Conìa descrive le migrazioni e le dominazioni straniere:
          Nui simu ‘ntra l’Italia
         e fummu Greci puru:
         e quanti ‘nci ‘ndi furu
         genti strani!
Greci, Bruzi, Romani si sono succeduti fino all’avvento del Cristianesimo e poi Barbari, Arabi, Normanni che hanno lasciato le loro tracce anche nella lingua.
La seconda parte del libro comprende il miglior folk della Regione, dalla Calabresella al Contrasto d’amore arricchito delle ultime scoperte.
Le ricorrenze ed i riti religiosi, la devozione a Maria nella Piana trovano ampio spazio. La donna, la famiglia, il tempo e il calendario agricolo, il lavoro e i detti giuridici fanno riscoprire il nostro passato.
Aneddoti e arguzia popolare, fatti e “fattaredi” forniscono un momento di sano relax.
Un selezionato dizionarietto della Piana, che comprende pure i toponimi dei 33 Comuni conclude l’opera.
E’ nostro compito salvare il nostro dialetto e le nostre tradizioni, strumenti di cultura e di libertà per la formazione autonoma di ognuno.

  • - Il 29 dicembre 2016 - http://approdonews.it/giornale/?p=245255

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